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UMBERTO GALIMBERTI

11 maggio

“L’Io e il Noi. Il primato della relazione”

Molte persone concepiscono l’amore in maniera possessiva.

Mia moglie, mio marito… togliete questi possessivi. non c’è niente di vostro, l’altro è un altro. Anche i matrimoni possono essere possibili solo se partono dal concetto che Lei o Lui è un altro. Ciascuno di noi è il riflesso dello sguardo dell’altro. Oggi ci si lamenta dell’egoismo, del narcisismo, ma chi ha messo il seme del primato dell’individuo rispetto alla comunità?

La condizione elementare e fondamentale per continuare a vivere si chiama amore.

L’aveva detto bene Freud: la vita funziona se qualcuno ci ama.

Noi viviamo finchè c’è qualcuno che ci ama: sono convinto che molte persone anziane ‘se ne vanno’ perché nessuno le ama più.

L’amore è la categoria della vita ma comporta una condizione di gratuità: oggi mancano le condizioni dell’amore perché – in prevalenza dell’interesse come valore – la gratuità viene derisa e vista con sufficienza, come qualcosa di patetico.

L’amore è prevalentemente vissuto oggi come passione, come fatto transitorio: nel nostro tempo si è sviluppato un concetto terrificante di libertà, dove libertà non è facoltà di compiere delle scelte ma come ‘revocabilità’ di tutte le scelte (sono incinta, abortisco, non amo più quest’uomo quindi divorzio ecc.).

Che biografie si costruiscono, che amori si consolidano? Paradossalmente aggiungerei una noticina: oggi non è importante rendere facili i divorzi ma rendere difficilissimi i matrimoni.

Bisogna che la gente capisca che l’amore è un’opera d’arte, è scoprire il segreto dell’altro, essendone curioso, nella sua continua cangianza.

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